29.10.11

Rubare lo stipendio

"No, ma vi rendete conto?
La mia baby-sitter lavora solo 5 ore al giorno e prende 700 euro al mese, s e t t e - c e n t o !"

Monologo di Creativa di Enorme Agenzia di Pubblicità, durante due ore in cui ha parlato di tutto tranne che del lavoro che avrebbe dovuto dirigere, seconda decade del XXI secolo.

27.8.10

Ecchemmenefrecaamme???

Operatore: scusa, che differenza c'è tra l'audio A e l'audio B?
Account: ecchenneso, io?

Dialogo telefonico tra operatore di post-produzione e account di Grossa Agenzia pubblicitaria,
inizio seconda decade XXI secolo.

11.2.10

Addaveni' Pol-Pot!!!

- Ci potete mandare dei (anche vaghi) riferimenti dell'effetto che vorreste?

Risposta.
Titolo: boh!
Corpo della e-mail: vuoto
Allegato: yyyy.zip
Contenuto del file .zip: le prima quattro immagini che Google Images restituisce inserendo la parola chiave yyyy. Abbiamo verificato.

Inizio seconda decade del XXI secolo.

Addaveni' Baffone!

- Dobbiamo inserire un'immagine in quello schermo.
- Ok, cosa mettiamo?
- Non ci ho ancora pensato...

Conversazione tra creativo di Grossa Agenzia di Pubblicità e operatore di post-produzione, fine prima decade del XXI secolo.

Doppio lavoro?

"[...] inserire la dicitura massaggio promozionale per tutta la durata della telepromozione [...]"

Specifiche tecnico-legali da parte di responsabile telepromozioni di Grossa Emittente Televisiva di Stato, inizio seconda decade del XXI secolo.

Beata ignoranza

"[...] io il formato PAL non so proprio cosa sia. Vi mando un fotogramma 720x576 pixel a 72dpi."

anonima grafica di agenzia che produce pubblicità televisiva, inizio seconda decade del XXI secolo.

28.11.09

Precisione

- Ingrandire il logo!
- Ok, di quanto?
- Di un po'.

scambio di e-mail tra grafico di post-produzione e account di Grossa Agenzia di Pubblicità, inizio seconda decade del XXI secolo.

26.5.09

Confusione tra media

Si parla di pubblicità televisiva:
"...alzare la scritta di 5 millimetri"

e-mail inviata da tv producer di Grossa Agenzia di Pubblicità, inizio seconda decade del XXI secolo.

3.12.06

Lesson Number Three.

LULù: Visto il Militina? Ha visto il Militina?
(Carrellata di pazzi)
LULù: Ha visto il Militina?
PAZZO: No!
LULù: Quanti anni hai?
(il pazzo si volta senza rispondere)
LULù: Chi è che ha visto il Militina?
ALTRO PAZZO: Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina?...
LULù: Ripete, quello lì...
ALTRO PAZZO: ...Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto i militari? Chi è che ha visto i militari? Chi è che ha visto il Militena? Chi è che ha visto il Milituna? Chi ha visto il Militonto? Chi ha visto in minigonna? Chi ha visto in minitetta? ...
LULù: Ciao Militina, son venuto a trovarti! Hai saputo che ho perso il dito?
MILITINA: Eh?! Eh...
LULù: Ti ho portato anche quel libretto che mi avevi chiesto... E poi... le buste paga. Dice: ore normali...
MILITINA: Eh...
LULù: ... lire diciassettemilaquattrocento.
MILITINA: Sì, ore normali diciassetemila...
LULù: Cottimo:
MILITINA: (scrivendo su un giornale) E dammi il tempo, aspetta, sto scrivendo.
LULù: E scrivi, no.
MILITINA: ...quattrocento.
LULù: Cottimo: novemilanovecentodiciotto. Hai visto che ho perso il dito?
MILITINA: Eh... Guarda, guarda qui: scimpanzé, zoo di Stoccolma.
LULù: (leggendo) Scimpanzé crede davvero di essere un uomo.
MILITINA: Eh... è ingegnere...
LULù: Povera bestia!
MILITINA: Eh, eh, allora, dài, dài, controlliamo.
LULù: Festività: milleseicento.
MILITINA: Mille e seicento.
LULù: Ma fai finta di scrivere?
MILITINA: No no no no. Io scrivo: diciassettemila e quattrocento.
LULù: Poi mi dici a cosa serve 'sta roba, eh?
MILITINA: Errore. Errore!
LULù: Senti! Senti.
MILITINA: Sì?! Che c'è?
LULù: Come è il mangiare?
MILITINA: Come alla mensa della B.A.N. Qui è tutto uguale come... alla fabbrica. E solo che alla sera non mi lasciano uscire.
LULù: Eh, ma dove vuoi andare?
MILITINA: Al caffè. Eh!
LULù: Eh, insomma, caffè...
MILITINA: Al caffè, coi compagni! A proposito: parlano sempre di me, i COMPAGNI?
LULù: Parlano, parlano. Sei ancora un simbolo!
MILITINA: Eeeh... Non ci credo!
LULù: Sì.
MILITINA: Io, io son matto, mica son stronzo, eh?
LULù: Parlano, parlano! Sei ancora un simbolo!
MILITINA: E allora parlano, parlano male. Parlano male perché... C'è sempre il però...
LULù: Cos'è 'sto però?
MILITINA: Eh, però significa che parlano bene però a un certo momento, quando il discorso è finito, t' appiccicano un però. E allora giù a... a distruggere e... Li conosco io, i compagni...
LULù: Senti, senti una cosa. Senti.
MILITINA: Che è...?
LULù: Prometti che non ti incazzi come l'altra volta?
MILITINA: E perché mi devo incazzare?
LULù: Io ti chiedo una cosa, no?
MILITINA: Sì, parla, parla...
LULù: Senti...
MILITINA: Che è?
LULù: Com'è che... insomma... come hai capito che stavi diventando matto?
MILITINA: Ma sono gli altri che lo decidono quando uno deve diventare matto, però... Eh, a dirti la verità... io sono arrivato prima. Io li ho fregati. Io c' avevo già qualche sospetto, perché il sospetto è come una volpe pelosa, magra, puttana vigliacca reazionaria!
Ogni tanto mi veniva fuori qualche stranezza.
LULù: Che stranezze erano?
MILITINA: A tavola...
LULù: Eh...
MILITINA: Quando si mangia, no? Le posate... devo stare tutte... belle dritte. In fila, sai, come soldati. Ecco, io stavo a tavola, mangiavo e... In quel momento sognavo di essere ancora... nella fabbrica!
LULù: Sapevo, io. Sapevo.
MILITINA: Eh! Ma a te ti... ti piacerebbe di sapere... eh, eh, eh! che... che cazzo fabbrichiamo noi nella fabbrica?
LULù: Questo lo so!
MILITINA: A che servono tutti questi...
LULù: Io lo so!
MILITINA: ...questi pezzi che... che ne fanno a milioni!
LULù: No no! Io lo so! Io lo so! Io faccio dei pezzi...
MILITINA: Sì?
LULù: ... che servono per un motore.
MILITINA: Eh...
LULù: Il motore, lì... questo motore che poi va a finire in un' altra macchina, no?
MILITINA: aha...
LULù: Che però non è lì.
MILITINA: Eh...
LULù: Non è lì...
MILITINA: Ah, non è lì?
LULù: No!
MILITINA: Pensa che io un giorno, incontrai l' ingegnere, lo presi per il collo... (si alza)
LULù: Sta' giù! Fa' il bravo! Fa' il buono!
MILITINA: (scaldandosi) ...e gli dissi: mamidicichecazzosifabbricainquestafabbrica? Checcazzoservononquestisegni?
LULù: Ma non ti agitare! Va' che io chiamo l'ingegner... Io chiamo l'infermiere!
MILITINA: (continuando nella simulazione) ...Guardami se no io ti ammazzo, ti ammazzo!
LULù: Basta! Se no io chiamo l'infermiere! E allora fai il buono! Siamo qui a ragionare, cosa mi vieni fuori con questa roba?
MILITINA: Io ragiono, però... Eh! Eh, se non me lo levavano di sotto lo strozzavo davvero. Ma questa... Questa, Lulù, non è pazzia. Perché un uomo... Un uomo ha il diritto di sapere quello che fa, a che cosa serve. Sì o no? Ho ragione?
LULù: Sì, sì...
MILITINA: Li vedi? Li vedi tutti quelli là? Quelli erano operai, contadini, manovali, muratori, poliziotti, impiegati del catasto, beccamorti. Ragionieri, uscieri, autisti. Operai di prima, di seconda, di terza categoria, anche di sesta, ottava, sedicesima. Eh, eh! Ma i matti ricchi non li tengono qui, no, no! Quelli stanno nascosti nelle cliniche private. E per forza, si capisce, guai se i poveracci sapessero che pure i ricchi diventano matti! Eh, gli verrebbe da piangere! No?
LULù: Ma son matti, quelli lì. Cosa t'immischi?
MILITINA: Lulù, è il danaro, comincia tutto di là. Ah! Noi facciamo parte dello stesso... giro. Padroni e schiavi, dello stesso giro! L'argent! I soldi! Noi diventiamo matti perché ce ne abbiamo pochi e loro diventano matti perché ce ne hanno troppi. E così, in questo inferno, su questo pianeta, pieno di... ospedali, manicomi, cimiteri, di fabbriche, di caserme, e di autobus... il cervello poco a poco... se ne scappa. Sciopera! Sciopera! Sciopera, sciopera.
Va'... ti saluto. Bèh, buona permanenza!
LULù: Grazie, grazie...
MILITINA: (andando via) Sciopero, sciopero, sciopero, sciopero...
LULù: (rincorrendolo) Dove vai? Dove vai?
MILITINA: Via!
LULù: Veramente, sono io che devo andare via!
MILITINA: Ah! Ah, già, è vero, scusami tanto, ma io... Mi sbaglio sempre. Ciao!
(mentre Lulù scende le scale) Lulù! Lulù! Quando ti ricoverano... porta le armi!

La Classe Operaia Va in Paradiso, 1971. Elio Petri.
recitato da Gian Maria Volontè (Lulù) e Salvo Randone (il Militina).
sbobinato da DVD.
pubblicato senza il permesso degli autori: Elio Petri, Ugo Pirro.

22.11.06

Lesson Number Two.

CAPOREPARTO: Lulù! Lulù, bisogna rifare i tempi di lavorazione!
LULù: PRONTI! (Rivolto agli apprendisti) Pronti. Bisogna controllare i cottimi... Capo, io mi fumo una sigaretta...

CAPOREPARTO: Fa' vedere...
ASSISTENTE: (Riferendosi all'operaio siciliano) Rendimento assai scarso...
LULù: (all' operaio siciliano) Permetti?
(L'operaio siciliano lascia la macchina a Lulù)
1° CRONOMETRISTA: 14!
2° CRONOMETRISTA: Trentacinque..
1° CRONOMETRISTA: 12!
2° CRONOMETRISTA: Trentotto...
1° CRONOMETRISTA: 12!
2° CRONOMETRISTA: Trenta!
1° CRONOMETRISTA: 8!
2° CRONOMETRISTA: Ventisette...
1° CRONOMETRISTA: 12!
2° CRONOMETRISTA: Ventisette!
1° CRONOMETRISTA: 12!
2° CRONOMETRISTA: Trenta...!
1° CRONOMETRISTA: 10!
2° CRONOMETRISTA: Trentadue...
1° CRONOMETRISTA: 10!
2° CRONOMETRISTA: Trenta...!
CAPOREPARTO: Stop!
LULù: (all' operaio siciliano) Vuoi una sigaretta? Ma rendi di più, no?!
CAPOREPARTO: (all' operaio siciliano) La produzione di questa macchina deve aumentare da centoquindici a trecento pezzi all'ora, capito? (a Lulù) Andiamo al Simmel, dài!
LULù: E' solo questione di ritmo, dài!
OPERAIO SICILIANO: Tu sei un curnutu!
LULù: Ma ragiona! ragiona! (Africani della madonna!)

Giunti al Simmel:
LULù: Se ferma la macchina perde tempo...
OPERAIO SINDACALISTA: Dài! (Lascia il posto a Lulù)
LULù: Sei ti che hai paüra. Se prende il pezzo in movimento, risparmia 3 secondi...
1° CRONOMETRISTA: 30!
LULù: Da' chi!
2° CRONOMETRISTA: 45
LULù: Pezzo in movimento: 3 secondi.
1° CRONOMETRISTA: 30!
LULù: Paura fa novanta, eh!
2° CRONOMETRISTA: Quarantotto.
LULù: tre, tre e tre fan nove... secondi. Il conto è presto fatto.
1° CRONOMETRISTA: 30!
2° CRONOMETRISTA: Quarantotto.
CAPOREPARTO: Stop!
OPERAIO SINDACALISTA: Senti, Lulù: te non muori mica nel tuo letto, sai? Te muori qua, sulla macchina!
LULù: Indifferente. Io mi fumo una sigaretta, capo.
CAPOREPARTO: Sì... (all' operaio sindacalista) Dunque questa macchina deve aumentare la produzione da duecento a duecentocinquanta pezzi all'ora, va bene?
LULù: Indifferente...
OPERAIO SINDACALISTA: Capo! Ma secondo lei, da quand'è che vanno in vigore i nuovi tempi?
CAPOREPARTO: Da subito!
OPERAIO SINDACALISTA: Chi l'ha dètto?
CAPOREPARTO: Le macchine l'hanno dètto, e IO lo decido!
OPERAIO SINDACALISTA: Ma a noi non ci sta mica bene!
OPERAIO: E nun ci sta bbene no!
ALTRO OPERAIO: E prima di fissare i nuovi tempi ci dovete dire quanto ci viene in tasca a noi!
CAPOREPARTO: Prima si lavora, poi decide la direzione.
OPERAIO: No, no, nessuna direzzione, qua ne dobbiamo dishcutere subbito!
OPERAIO FUORI CAMPO: Volete aumentare il rendimento, aumentate anche il salario!
CAPOREPARTO: Intanto tutti quelli che hanno lasciato il proprio posto di lavoro vengono multati, va bene?
OPERAIO SINDACALISTA: Senti, tè: guarda che qui non siamo mica in prigione, sai? Tu devi imparare a discutere con noialtri, con noi operai bisogna discutere!
Si accende una zuffa (Ecchèssiamo in galera? Tutti in mülta! 'Stu strunz! Al lavoro!)
ASSISTENTE: Ma cosa fa? Mette le mani addosso, adesso?
CAPOREPARTO: Al proprio posto!
OPERAIO SINDACALISTA: (rivolto a Lulù) Tè farai una brutta fine, va'...
ALTRO OPERAIO: Lècacü!
LULù: Ma l'ho inventato io il cottimo? Adesso ho inventato io il cottimo! Pecoroni quelli lì, tutti pecoroni! Mh! Parlano parlano. Ma poi al momento buono si cagan sotto! Se ne fregano quelli lì. Magari c'hanno un pezzetto di campagna. Io non c'ho niente. Io c'ho la forza lavoro, solo quello ho. Ma io me ne frego: io mi concentro. Io penso al culo dell'Adalgisa, guarda un po'! Ahi! Che cü che g'ha l'Adalgisa! La g'ha du ciàp che parèn fa su da un turnidur! Giovanotti, guardare, imparare! Io sono già concentrato! Io sono già in un altro mondo! Pensare solo al pezzo! Anche se non serve a niente: ogni pezzo è un buco! Ogni buco è un pezzo. Basta non cascare nel buco. Per non cascare in questo buco, pensare al culo dell'Adalgisa! Chiaro il concetto? Come spiegavo a mensa, è tutta una questione di tecnica, no? Io mi fisso col cervello e penso al culo dell'Adalgisa e via! che vado! Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo: un culo. Un pezzo...

dissolvenza sulla sigla di Carosello...

La Classe Operaia Va in Paradiso, 1971. Elio Petri.
recitato principalmente da Gian Maria Volontè.
sbobinato da DVD.
pubblicato senza il permesso degli autori: Elio Petri, Ugo Pirro.

Lesson Number One.

LO STUDENTE OPERAIO, PRIMO APPRENDISTA: Menga Tarcisio, di Manfredonia...
LULù: Mena Tarcisio...! E quell'altro?
LO STUDENTE OPERAIO: Dì il nome...
IL SECONDO APPRENDISTA: Quaranta Salvatore, nativo di Lecce!
LULù: Massa Ludovico, detto Lulù. Lombardia, quasi Svisera. Questa qui invece è Stacchi Adalgisa, Basso Ticino, vergine. Mettetevi lì, tutti e due! Se volete anche il mio di mangiare: prendetevelo. Prendetevelo, perché io, tanto, non c' ho fame. C'ho uno SPACCO qui dentro!
LO STUDENTE OPERAIO: Scusate, Signor Massa, una curiosità: ma... voi, come fate a coprire quei tempi?
LULù: E' che io, in fabbrica, mi annoio. Mi rompo i coglioni. Allora lavoro, no? Lavoro! Cosa devo fare? Senti il concetto. La vita: traguardo, striscione. Tutti dentro in pista! Qui dentro siam tutti in corsa. Io sono un campioncino, qui dentro, lei lo sa, è vero?
L' ADALGISA: E' vero.
LULù: E poi ci sono.... i teroni, come questo qui, Sicilia Orientale... che son tutti dei pendolari. Al mattino arrivan qui già stanchi e io... li frego sul ritmo. Eh! Io son riuscito a tirar su venti-cinque-mila-lire in un mese di cottimo! Venticinque carte!!! Ma a pedalare, eh! PEDALARE!!! Perché io, mi concentro! Io sono con-cen-trato, sono concentrato!!! Io ho la tennica per concentrarmi, lei lo sa. Mi fisso col cervello... penso a un culo. (Il culo di quella lì). Qui dentro non c'è mica altro da fare, cosa vuoi fare? Visto che dobbiam lavorare, lavoriamo, no?
(Con un verso accompagnato dal gesto di stringere, rivolto al collega di fianco) Tzak! Tzak! Tzak! Senza tante storie! Capito?! Lavora, senza tante storie!
L'OPERAIO SICILIANO: Sì, sì, sì...!
LO STUDENTE OPERAIO: Sì, ho capito, ma voi... voi: quanti anni c' avete?
LULù: Trentuno! Sono in fabbrica da 15 anni ho fatto due intossicazioni da vernice c'ho uno SQUARCIO qui dentro ho fatto l'ulcera...
La sirena suona la fine della pausa.
LULù: PRONTI!!!


La Classe Operaia Va in Paradiso, 1971. Elio Petri.
recitato principalmente da Gian Maria Volontè.
sbobinato da DVD.
pubblicato senza il permesso degli autori: Elio Petri, Ugo Pirro.