3.12.06

Lesson Number Three.

LULù: Visto il Militina? Ha visto il Militina?
(Carrellata di pazzi)
LULù: Ha visto il Militina?
PAZZO: No!
LULù: Quanti anni hai?
(il pazzo si volta senza rispondere)
LULù: Chi è che ha visto il Militina?
ALTRO PAZZO: Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto il Militina?...
LULù: Ripete, quello lì...
ALTRO PAZZO: ...Chi è che ha visto il Militina? Chi è che ha visto i militari? Chi è che ha visto i militari? Chi è che ha visto il Militena? Chi è che ha visto il Milituna? Chi ha visto il Militonto? Chi ha visto in minigonna? Chi ha visto in minitetta? ...
LULù: Ciao Militina, son venuto a trovarti! Hai saputo che ho perso il dito?
MILITINA: Eh?! Eh...
LULù: Ti ho portato anche quel libretto che mi avevi chiesto... E poi... le buste paga. Dice: ore normali...
MILITINA: Eh...
LULù: ... lire diciassettemilaquattrocento.
MILITINA: Sì, ore normali diciassetemila...
LULù: Cottimo:
MILITINA: (scrivendo su un giornale) E dammi il tempo, aspetta, sto scrivendo.
LULù: E scrivi, no.
MILITINA: ...quattrocento.
LULù: Cottimo: novemilanovecentodiciotto. Hai visto che ho perso il dito?
MILITINA: Eh... Guarda, guarda qui: scimpanzé, zoo di Stoccolma.
LULù: (leggendo) Scimpanzé crede davvero di essere un uomo.
MILITINA: Eh... è ingegnere...
LULù: Povera bestia!
MILITINA: Eh, eh, allora, dài, dài, controlliamo.
LULù: Festività: milleseicento.
MILITINA: Mille e seicento.
LULù: Ma fai finta di scrivere?
MILITINA: No no no no. Io scrivo: diciassettemila e quattrocento.
LULù: Poi mi dici a cosa serve 'sta roba, eh?
MILITINA: Errore. Errore!
LULù: Senti! Senti.
MILITINA: Sì?! Che c'è?
LULù: Come è il mangiare?
MILITINA: Come alla mensa della B.A.N. Qui è tutto uguale come... alla fabbrica. E solo che alla sera non mi lasciano uscire.
LULù: Eh, ma dove vuoi andare?
MILITINA: Al caffè. Eh!
LULù: Eh, insomma, caffè...
MILITINA: Al caffè, coi compagni! A proposito: parlano sempre di me, i COMPAGNI?
LULù: Parlano, parlano. Sei ancora un simbolo!
MILITINA: Eeeh... Non ci credo!
LULù: Sì.
MILITINA: Io, io son matto, mica son stronzo, eh?
LULù: Parlano, parlano! Sei ancora un simbolo!
MILITINA: E allora parlano, parlano male. Parlano male perché... C'è sempre il però...
LULù: Cos'è 'sto però?
MILITINA: Eh, però significa che parlano bene però a un certo momento, quando il discorso è finito, t' appiccicano un però. E allora giù a... a distruggere e... Li conosco io, i compagni...
LULù: Senti, senti una cosa. Senti.
MILITINA: Che è...?
LULù: Prometti che non ti incazzi come l'altra volta?
MILITINA: E perché mi devo incazzare?
LULù: Io ti chiedo una cosa, no?
MILITINA: Sì, parla, parla...
LULù: Senti...
MILITINA: Che è?
LULù: Com'è che... insomma... come hai capito che stavi diventando matto?
MILITINA: Ma sono gli altri che lo decidono quando uno deve diventare matto, però... Eh, a dirti la verità... io sono arrivato prima. Io li ho fregati. Io c' avevo già qualche sospetto, perché il sospetto è come una volpe pelosa, magra, puttana vigliacca reazionaria!
Ogni tanto mi veniva fuori qualche stranezza.
LULù: Che stranezze erano?
MILITINA: A tavola...
LULù: Eh...
MILITINA: Quando si mangia, no? Le posate... devo stare tutte... belle dritte. In fila, sai, come soldati. Ecco, io stavo a tavola, mangiavo e... In quel momento sognavo di essere ancora... nella fabbrica!
LULù: Sapevo, io. Sapevo.
MILITINA: Eh! Ma a te ti... ti piacerebbe di sapere... eh, eh, eh! che... che cazzo fabbrichiamo noi nella fabbrica?
LULù: Questo lo so!
MILITINA: A che servono tutti questi...
LULù: Io lo so!
MILITINA: ...questi pezzi che... che ne fanno a milioni!
LULù: No no! Io lo so! Io lo so! Io faccio dei pezzi...
MILITINA: Sì?
LULù: ... che servono per un motore.
MILITINA: Eh...
LULù: Il motore, lì... questo motore che poi va a finire in un' altra macchina, no?
MILITINA: aha...
LULù: Che però non è lì.
MILITINA: Eh...
LULù: Non è lì...
MILITINA: Ah, non è lì?
LULù: No!
MILITINA: Pensa che io un giorno, incontrai l' ingegnere, lo presi per il collo... (si alza)
LULù: Sta' giù! Fa' il bravo! Fa' il buono!
MILITINA: (scaldandosi) ...e gli dissi: mamidicichecazzosifabbricainquestafabbrica? Checcazzoservononquestisegni?
LULù: Ma non ti agitare! Va' che io chiamo l'ingegner... Io chiamo l'infermiere!
MILITINA: (continuando nella simulazione) ...Guardami se no io ti ammazzo, ti ammazzo!
LULù: Basta! Se no io chiamo l'infermiere! E allora fai il buono! Siamo qui a ragionare, cosa mi vieni fuori con questa roba?
MILITINA: Io ragiono, però... Eh! Eh, se non me lo levavano di sotto lo strozzavo davvero. Ma questa... Questa, Lulù, non è pazzia. Perché un uomo... Un uomo ha il diritto di sapere quello che fa, a che cosa serve. Sì o no? Ho ragione?
LULù: Sì, sì...
MILITINA: Li vedi? Li vedi tutti quelli là? Quelli erano operai, contadini, manovali, muratori, poliziotti, impiegati del catasto, beccamorti. Ragionieri, uscieri, autisti. Operai di prima, di seconda, di terza categoria, anche di sesta, ottava, sedicesima. Eh, eh! Ma i matti ricchi non li tengono qui, no, no! Quelli stanno nascosti nelle cliniche private. E per forza, si capisce, guai se i poveracci sapessero che pure i ricchi diventano matti! Eh, gli verrebbe da piangere! No?
LULù: Ma son matti, quelli lì. Cosa t'immischi?
MILITINA: Lulù, è il danaro, comincia tutto di là. Ah! Noi facciamo parte dello stesso... giro. Padroni e schiavi, dello stesso giro! L'argent! I soldi! Noi diventiamo matti perché ce ne abbiamo pochi e loro diventano matti perché ce ne hanno troppi. E così, in questo inferno, su questo pianeta, pieno di... ospedali, manicomi, cimiteri, di fabbriche, di caserme, e di autobus... il cervello poco a poco... se ne scappa. Sciopera! Sciopera! Sciopera, sciopera.
Va'... ti saluto. Bèh, buona permanenza!
LULù: Grazie, grazie...
MILITINA: (andando via) Sciopero, sciopero, sciopero, sciopero...
LULù: (rincorrendolo) Dove vai? Dove vai?
MILITINA: Via!
LULù: Veramente, sono io che devo andare via!
MILITINA: Ah! Ah, già, è vero, scusami tanto, ma io... Mi sbaglio sempre. Ciao!
(mentre Lulù scende le scale) Lulù! Lulù! Quando ti ricoverano... porta le armi!

La Classe Operaia Va in Paradiso, 1971. Elio Petri.
recitato da Gian Maria Volontè (Lulù) e Salvo Randone (il Militina).
sbobinato da DVD.
pubblicato senza il permesso degli autori: Elio Petri, Ugo Pirro.